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16 Marzo 2022

Perché bisogna controllare le api selvatiche

In Europa ci sono quasi 2mila specie diverse di api selvatiche che vivono nell’ambiente naturale senza alcuna domesticazione. Sono impollinatori estremamente importanti: quattro piante su cinque per sopravvivere hanno bisogno di questi insetti. Un buon patrimonio di api selvatiche garantisce quindi il sostentamento della flora spontanea e delle specie coltivate ed è indice di una buona qualità ambientale.

Eppure le api selvatiche sono in declino. L’ultimo rapporto dello IUCN (International Union for Conservation of Nature) – l’agenzia delle Nazioni unite che si occupa della tutela delle risorse naturali – ha valutato come sul territorio dell’Unione europea meno di un terzo di questi animali sia al sicuro. Il 9,1% delle specie di api selvatiche è a rischio estinzione e il 5,4% è in procinto di esserlo. Dato ancor più preoccupante: del 55,6% delle specie non possediamo alcun dato.

Una delle principali minacce a questo tipo di biodiversità è la scomparsa degli habitat a causa del cambiamento climatico, del cambio di destinazione dei suoli e dell’agricoltura intensiva. L’uso dei fitofarmaci è un’altra minaccia che colpisce direttamente le api selvatiche. Per questo motivo è indispensabile comprendere come stanno reagendo questi impollinatori nei nostri ecosistemi agricoli.

BeeNet mira a misurare tramite particolari indici di biodiversità il grado di complessità ambientale di aree con agricoltura intensiva confrontate con aree sempre agricole ma con un più alto grado di naturalità, per trarre indicazioni circa lo stato di conservazione dell’ambiente e l’eventuale impatto, negativo o positivo, delle pratiche agricole e per conoscere il patrimonio di biodiversità apistica che possediamo in Italia.

 

Monitoraggio ambientale con le api


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