Il clima anomalo del 2022 non sta aiutando le api. Le eccezionali temperature di febbraio hanno da un lato favorito lo sviluppo delle colonie di api da miele, ma dall’altro hanno aumentato anche il consumo delle scorte, il polline che le api hanno accumulato delle fioriture di fine inverno. Il risultato: molte famiglie di api hanno avuto a inizio stagione apistica (febbraio) una scarsità di scorte naturali.
Il dato invernale preoccupa solo relativamente riguardo alla sopravvivenza delle api da miele, le cui scorte sono rimpiazzate dagli apicoltori. Ma quanto osservato potrebbe essere un indicatore della difficoltà che stanno sperimentando le api selvatiche, che vivono liberamente nell’ambiente.
La scarsità delle piogge del Nord Italia, iniziata già nell’inverno 2021-2022 e proseguita sostanzialmente da febbraio a maggio, di certo non ha favorito queste specie di api. L’assenza di precipitazioni infatti – che è stata raccontata dai media per i suoi effetti vistosi come le portate dei fiumi diminuite anche del 70%, mancata ricarica delle falde da cui si attinge acqua potabile - ha anche diminuito le fioriture precoci a disposizione come l’erica o il rosmarino, sulle quali molte specie di api selvatiche contano per la loro riproduzione e più in generale ha diminuito la capacità dei fiori di produrre nettare con cui le api si nutrono. Le basse temperature presenti in tutta Italia durante i primi quattro mesi del 2022 inoltre potrebbero avere inciso sulla loro sopravvivenza.
Come stanno dunque le api selvatiche? I dati che possediamo sono ancora parziali, ma sui transetti della Rete BeeNet abbiamo osservato una diminuzione in alcune Regioni. Per esempio, in Campania a marzo non è stato trovato nessun esemplare di ape selvatica (erano 11 nello stesso periodo del 2021) e ad aprile sono stati osservati 32 esemplari (contro 96 nel 2021). Analoga diminuzione in Puglia: nessun individuo catturato a marzo (71 esemplari nel 2021) e 38 ad aprile (contro 66 nel 2021). In Emilia-Romagna e in Piemonte i dati invece appaiono più stabili.
La correlazione tra cambio climatico e diminuzione delle api è raramente oggetto di dibattito, ma è indubbio che aumenti anomali di temperature e la siccità si portano dietro effetti come lo sfasamento delle fioriture - e la conseguente discrepanza con i periodi di attività delle api -, diminuzione di risorse disponibili (piante che saltano la fioritura non stimolate dalle piogge altrimenti usuali), terreno troppo arido per scavare i nidi: maggiori studi dovrebbero essere rivolti a come il cambio climatico sta influendo sulle popolazioni di api, soprattutto selvatiche.
Foto: Autorità di Bacino Distrettuale del Po
Monitoraggio ambientale con le api