Spillover, ovvero il salto di specie di un patogeno. Molte evidenze stanno dimostrando come il salto sia molto facile per virus e microbi che colpiscono le api da miele: passano dalle api domestiche a quelle selvatiche che probabilmente si infettano sui fiori su cui volano. Ora i ricercatori di BeeNet profilando le varie malattie delle api da miele presenti nei nidi dell’ape gigante della resina (Megachile sculpturalis) hanno fatto una scoperta: i patogeni delle api da miele possono colpire anche nel nido di una specie selvatica, infettandola nei suoi diversi stadi di sviluppo.
Lo studio si è concentrato in un cosiddetto bee hotel, ovvero una casetta artificiale in cui sono inserite delle canne e dei pezzi di legno forati che costituiscono l’ambiente ideale per la nidificazione di alcune tipologie di api selvatiche. Il bee hotel in questione ospitava molti individui di ape gigante della resina (la specie più grande nella foto) la cui salute nei suoi diversi stadi di sviluppo - come le prepupe, le pupe o gli insetti poco prima della uscita dal nido - è stato il principale oggetto di indagine della ricerca. Un approccio originale, perché sinora gli studi di questo tipo si sono sempre concentrati sulle infezioni degli insetti adulti.
Dopo appropriate analisi genetiche, l’ape gigante della resina è risultata infetta da malattie tipiche delle api da miele: il virus della paralisi cronica delle api (CBPV) e il Nosema ceranae, un fungo patogeno unicellulare. Queste malattie sono risultate presenti sin dalla prima fase di vita dell’ape (prepupa) con livelli crescenti nel tempo, segno che i patogeni riescono a proliferare nell’organismo ospite.
Gli entomologi hanno anche valutato la presenza di malattie anche sugli adulti appena sfarfallati dal nido di due altre tipologie di imenotteri, entrambe presenti nell’hotel: l’eriade dei tronchi (Heriades truncorum, la specie più piccola della foto) – una ape di pochi millimetri che in natura nidifica in cavità legnose o steli - e delle vespe del genere Ancistrocerus. Anche in queste specie è stata trovata la presenza di Nosema e CBPV (è stata la prima volta che questo virus è stato rilevato su Heriades truncorum). Inoltre negli adulti di Megachile sculpturalis, liberi di volare sui fiori, sono state trovate anche le firme genetiche di ulteriori virus (DWV, BQCV e AmFV).
Le api da miele possono costituire una sorgente di malattie per quelle selvatiche, anche se gli effetti di questi agenti patogeni sono ancora sconosciuti (solo nel bombo terrestre è stato rilevato un effetto letale di un virus delle api). Tuttavia lo scenario delineato dallo studio appena pubblicato sul Bulletin of Insectology è preoccupante in quanto gli impollinatori selvatici infetti, pur asintomatici, potrebbero agire come ospiti di amplificazione dei patogeni. In questo modo costituirebbero non solo una minaccia per altre specie di api selvatiche, ma anche per le api da miele allevate. Con un meccanismo "di ritorno", uguale ma opposto allo spillover: lo spillback.
Monitoraggio ambientale con le api