News & Eventi

7 Febbraio 2023

Api selvatiche: il 70% è infettato da patogeni delle  api da miele

Le trasmissioni di un patogeno tra le specie di api – il cosiddetto spillover – è un elemento essenziale per capire la vulnerabilità del servizio di impollinazione, così cruciale in un ecosistema. Per questo motivo i ricercatori BeeNet hanno condotto una grande ricerca che facesse luce sulla mobilità e trasferibilità delle malattie tra l’ape da miele, Apis mellifera, e la grande comunità delle api selvatiche e altri impollinatori che nidificano in natura.

La ricerca è stata condotta nei punti di osservazione della Rete Api Selvatiche di Emilia-Romagna e Piemonte: i dati dunque si riferiscono ad ambienti posti nella fascia climatica del Nord del Paese. Lo studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Cellular and Infection Microbiology, è stato condotto nel 2021 da marzo a settembre, cioè nel maggiore periodo di volo degli impollinatori. In questo periodo i ricercatori hanno raccolto, identificato e analizzato più di mille campioni: si tratta di esemplari di api selvatiche e altri insetti impollinatori trovati nei transetti e su cui sono state cercate 21 malattie delle api domestiche (11 virus, 4 batteri, 3 funghi e 3 protozoi tripanosomatidi).

Gli entomologi BeeNet hanno rilevato 72 specie di api selvatiche che potenzialmente possono ospitare agenti patogeni delle api da miele. Quasi il 70% dei campioni è risultato positivo ad almeno un patogeno che infetta anche gli alveari. Il dato (69,3 % di infezioni) è in linea con quanto rivelato in altri contesti geografici (66-80,4% negli USA e 79% in Francia), e non era mai stato rilevato prima in Italia. Nello specifico nei corpi delle api sono stati rilevati 13 patogeni: Nosema ceranae, il virus delle ali deformi (DWV) e quello della paralisi cronica (CBPV) sono risultati gli agenti patogeni più diffusi (rispettivamente 16,1%, 15,7% e 9,5%). Molti insetti presentavano co-infezioni (45 campioni erano infettati con due o più agenti patogeni).

Come si infettano le api

Lo scenario più probabile è che l’infezione e lo spillover avvengano sui fiori sui cui tutte le specie di impollinatori – sia le api selvatiche che quelle domestiche - raccolgono risorse e si nutrono. È stato rilevato l’andamento delle infezioni: la prevalenza dei patogeni nelle api selvatiche ha avuto un picco stagionale nel mese di marzo, seguito da una rapida diminuzione e da un successivo graduale aumento fino alla fine dell'estate. È un andamento analogo a quello che viene rilevato negli alveari delle api domestiche, segno che il mondo delle api che vivono in natura è collegato con quello delle arnie. La ricchezza di patogeni registrata in luglio è presumibilmente collegata al maggiore sviluppo delle colonie di api da miele e alla scarsità di risorse floreali: i pochi fiori d’estate spingono gli impollinatori a frequentare per nutrimento gli stessi luoghi, agevolando così la possibilità di infezioni.

In generale non sappiamo come reagisca la comunità delle api selvatiche quando viene infettata dai patogeni di una singola specie, l’ape domestica. L’allerta è comunque alta, perché vi sono evidenze che alcun virus (ABPV, KBV e IAPV) possano ridurre il successo riproduttivo e aumentare il tasso di mortalità nei bombi ed è stato dimostrato che il virus delle ali deformi (DWV) può infettare gravemente il bombo terrestre. La gestione sanitaria delle colonie di api da miele diventa dunque cruciale per la salute dell’ambiente nella sua totalità.

Monitoraggio ambientale con le api


Contatti
info.beenet@crea.gov.it
Via di Corticella 133, 40128 Bologna, Italia
Realizzato da Tecnoscienza