Le hanno trovate gli entomologi di BeeNet: si tratta di una piccola melitta autoctona del nord Africa e di un’ape legnaiola asiatica, forse non ancora stanziale in Italia.
La presenza di un organismo “alieno” su un nuovo territorio può potenzialmente creare danni alla fauna e alla flora locali. I ritrovamenti operati dagli scienziati di BeeNet delle due specie di ape però non hanno suscitato allarmi, per motivi diversi.
La prima ape è una melitta – una piccola ape selvatica che nidifica nel terreno – trovata sull’isola di Lampedusa e sulla costa vicino a Trapani. Quest’ape, scientificamente denominata Melitta schmiedeknechti (a destra nell'immagine) in onore dell'entomologo tedesco che viaggiò nel Mediterraneo alla ricerca di api, vive nelle Canarie, nei paesi della sponda meridionale del mediterraneo, ma si trova anche in Arabia Saudita. Gli esemplari ritrovati a Lampedusa e Trapani sono geneticamente riconducibili alla varietà che vive sulle isole Canarie, in Marocco e in Tunisia (sottospecie tunensis). Non è chiaro se la sua presenza sia dovuta a un’introduzione accidentale o a un ampliamento dell’areale della specie dovuto al riscaldamento dell’area mediterranea. Non si esclude affatto l’ipotesi che la specie potrebbe anche essere già stata presente ma mai rilevata durante uno studio scientifico: la Sicilia, infatti, è la regione italiana più ricca di tipologie d’api, proprio per la sua posizione centrale nel mezzo del bacino del Mediterraneo.
La seconda ape ritrovata invece è di chiara origine alloctona. Si tratta di Xylocopa aestuans (a sinistra nell'immagine), un’ape originaria del sud-est asiatico – la Malesia ne è particolarmente ricca - e che nidifica nelle cavità del legno (per questo gli insetti del genere Xylocopa sono chiamati genericamente “api legnaiole”). Il suo ritrovamento in Sicilia, a Ragusa, ha causato la prima segnalazione al di fuori della sua area nativa. La xilocopa malese è stata probabilmente introdotta accidentalmente, all'interno di qualche pianta legnosa o di qualche pezzo di legname: l'area attorno al punto di ritrovamento è infatti caratterizzata da una forte attività floricola e orticola con una forte importazione di piante e legname. A 40 km di distanza poi il porto di Pozzallo movimenta circa un milione di tonnellate di merci all'anno. Il basso numero di esemplari trovati (sette, di cui un maschio) potrebbe essere un indizio che l’ape si trovi in Sicilia solo occasionalmente, sebbene la presenza di maschi faccia temere la produzione di nuove generazioni. La raccomandazione è quella di monitorare l'area del ritrovamento e, più in generale, la provincia di Ragusa, per valutare se la nuova ape possa diventare stanziale.
Per approfondire:
Lo studio su Melitta schmiedeknechti
Lo studio su Xylocopa aestuans
Monitoraggio ambientale con le api