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30 Luglio 2024

I luoghi della resistenza agli antibiotici, secondo le api

Le api possono monitorare l’antibiotico-resistenza, offrendo un quadro dettagliato della presenza nell’ambiente di batteri resistenti ai farmaci sviluppati per ucciderli. Per approfondire questa linea di ricerca gli scienziati di BeeNet hanno voluto correlare la presenza di determinate tipologie di batteri resistenti agli ambienti in cui sono posizionate le biocentraline composte da alveari.

Lo studio, pubblicato su Environmental Research, è stato condotto utilizzando le biocentraline BeeNet dell’Emilia-Romagna e ha permesso di isolare 608 ceppi batterici trovati sul corpo e nell’intestino delle api e di testare la loro resistenza a 19 antibiotici. Parallelamente sono state valutate le diverse tipologie di ambienti presenti, usando poi dei metodi matematici (modelli di regressione logistica) per sviluppare modelli predittivi che potessero correlare i ceppi resistenti con degli ambienti specifici.

Tra i risultati più rilevanti: a livello di genere, le escherichie resistenti (Escherichia spp.) sono risultate più comuni nelle aree industriali e commerciali, mentre i batteri del genere Proteus sono stati associati agli ospedali e alle zone umide. I modelli, pur presentando un’accuratezza del 55%, hanno poi evidenziato quali resistenze sono più probabili in zone caratterizzate da zone umide o da aree agricole, dove presumibilmente gli antibiotici dati agli animali di allevamento producono resistenze batteriche che, tramite le deiezioni, passano ai batteri del suolo.

Con questi nuovi dati lo studio dà maggiore forza alle prospettive nel monitoraggio ambientale della resistenza antimicrobica. L’approccio di monitoraggio mediato dalle api potrebbe essere integrato in future strategie di sorveglianza sanitaria, contribuendo a una gestione più efficace della tutela della salute pubblica.

:: Per approfondire

 

Monitoraggio ambientale con le api


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