Ci saranno anche i ricercatori BeeNet all’edizione 2024 di EurBee (Tallinn, 16-19 settembre) il congresso internazionale degli apidologi, gli scienziati che studiano le api, quest’anno giunta alla sua decima edizione e approdata in Estonia. Nella capitale baltica il progetto italiano presenta ben cinque i studi sulla salute delle api e degli ecosistemi agricoli del nostro Paese.
Una di queste ricerche ha analizzato i residui di pesticidi in campioni di pane d'api provenienti dall'Emilia-Romagna. Lo studio ha già avuto una buona eco, dato che ha evidenziato un rischio concreto per le api legato all'uso di pesticidi, sottolineando l'urgente necessità di adottare strategie agricole eco-sostenibili e rispettose degli impollinatori.
Un’altra indagine invece ha valutato l’impatto complessivo dell’ambiente agricolo italiano sulle api selvatiche e sulle comunità di piante. Sono state confrontate la biodiversità di questi organismi in ecosistemi agricoli intensivi e semi-naturali in quattro regioni italiane (Veneto, Emilia-Romagna, Campania e Puglia). I risultati hanno mostrato una minore biodiversità negli ecosistemi intensivi, con una comunità di api dominata da specie generaliste. Ciò suggerisce che le pratiche agricole intensive e l'omogeneità ambientale influenzino negativamente gli insetti impollinatori e le piante da cui dipendono. Lo studio sottolinea l'importanza di implementare misure di protezione degli impollinatori, come anche previsto dalla nuova PAC 2023-2027.
Gli ultimi tre studi si sono concentrati sulla presenza e diffusione delle malattie delle api sul suolo italiano. La prima indagine ha evidenziato la necessità di un monitoraggio costante di alcuni virus per comprenderne la diffusione e l'impatto sulle colonie di api, In particolare è stata analizzata la presenza dei virus ABPV (virus della paralisi acuta), IAPV (virus israeliano della paralisi acuta) e KBV (virus Kashmir delle api) e in 370 apiari italiani (2021-2022). Mentre IAPV non è stato rilevato, ABPV e KBV sono stati trovati rispettivamente con una prevalenza del 16,45% e dello 0,67%. La maggior parte delle infezioni da ABPV si è verificata tra la fine dell'estate e l'autunno, concentrate nelle regioni settentrionali e meridionali d'Italia.
A EurBee saranno presentati anche i risultati di un’indagine biennale che ha esaminato la presenza di tripanosomatidi, parassiti unicellulari intestinali delle api mellifere (2021-2023). Dei tre tipi di protozoi analizzati, solo Lotmaria passim è stata rilevata, e con una bassa prevalenza (2,29% all’inizio dello studio e 1,22% nell’ultimo anno). Lo studio sottolinea comunque la necessità di ulteriori ricerche per approfondire la conoscenza di questi parassiti e i loro effetti sulle api. L’ultima ricerca presentata alla comunità internazionale degli apidologi ha analizzato l'evoluzione del CBPV (virus della paralisi cronica) in Italia dal 2009 al 2023. I risultati indicano un aumento significativo della diffusione di questo virus, con una prevalenza passata dal 4,3% al 84,7%. I periodi più a rischio sono stati identificati nella primavera e nell'autunno.
Monitoraggio ambientale con le api